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Brescia,

lunedì 22 gennaio 2024

Diritto processuale penale comparato e film polizieschi

Ho visto film polizieschi e gialli italiani ed americani per circa 60 anni, e molti di essi hanno per oggetto soltanto la ricerca delle prove per inchiodare un sospettato, allo scopo di un eventuale processo penale.

Tale processo, per quanto concerne i gialli ambientati in Italia, non sara' mai visibile.

Il contrario accade per i gialli ambientati negli Stati Uniti, ed anche se per alcuni di essi ugualmente il processo non sara' svolto nelle fasi dei film, nella stragrande maggioranza di essi, si potranno visualizzare anche le fasi processuali che portano all'incriminazione del reo od anche alla sua assoluzione.

MI sono sempre chiesto il perche' vi sia questa abissale differenza tra le scelte delle direzioni televisive italiane, che sembrano far capo ad un'unica regia, e quelle delle direzioni televisive degli Stati Uniti d'America.

Dopo gli ultimi sviluppi sui vari scandali, che alcuni anni fa hanno minato la credibilita' della Magistratura italiana, come ad esempio il caso Palamara, la realta' della Magistratura italiana, anche sulla base di critiche, esposte dal Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ovvero il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, rimane comunque caratterizzata da una forte indipendenza dai poteri esecutivo e legislativo, ed autonomia, nella gestione interna delle carriere e del merito di ciascun magistrato.

Tanto e' vero che l'Italia e' stata presa come esempio, dalle altre nazioni europee, da imitare nel proposito di rafforzare l'autorevolezza delle proprie Magistrature affermando indipendenza ed autonomia quasi negli stessi termini.

Sappiamo bene che in Italia tutto cio' si e' verificato con una Costituente, la quale ha cercato, con il massimo dei suoi sforzi, di garantire un sistema che fosse totalmente diverso da quello creatosi durante il precedente ventennio, ispirato ad una completa dipendenza della Magistratura dal potere esecutivo inquadrato all'interno di una dittatura.

Queste caratteristiche di indipendenza ed autonomia della Magistratura italiana, hanno influito notevolmente sul grado di autodichia ed autocelebrazione della Magistratura stessa, al punto da rendere inutili tantissimi sforzi legislativi, allo scopo di rendere efficiente e rapido lo svolgersi delle udienze penali, evitando di avere processi che durano da piu' di 25 anni, come in un caso accaduto in Campania proprio ultimamente, a causa dell'ennesimo rinvio.

Mi pare evidente che tantissime leggi dello Stato italiano, come ad esempio il nuovo processo penale introdotto dal Piasapia, che di sicuro non era uomo di centro-destra, non abbiano trovato applicazione concreta, almeno nei suoi principi basilari.

Uno di questi principi stabiliva l'assoluta parita' tra pubblico ministero e difensore, in un processo diretto da un magistrato giudicante.

E invece noi abbiamo ancora un processo penale, in cui il vero demiurgo rimane il pubblico ministero, mentre il giudicante sembra un semplice spettatore, salvi i rarissimi casi in cui un giudicante si permetta persino di condannare il reo ad una pena piu' grave, come nel caso del gioielliere di Cuneo.

Ma a parte questo problema, che rimane inserito nel novero delle riforme, che verranno promulgate dal Ministro Carlo Nordio, e che comunque si ricollega ad un potere quasi legislativo, detenuto dalla Magistratura e teso a favorire il potere dei pubblici ministeri, rimane pur sempre l'esigenza di una vasta riforma che renda l'intero sistema penale piu' efficiente, rapido e snello.

Tuttavia sembra che tale esigenza non possa essere soddisfatta in tempi brevi, perche' la Magistratura stessa sembra gelosa dei suoi tempi e metodi di lavoro.

Certo e' che per molti utenti televisivi italiani, che magari capiscano qualcosa di processi penali, possono essere entusiasti dei film d'oltre oceano, attirando enormemente lo share televisivo, in quanto possono intendere i processi celebrati in tali film come una manna caduta dal cielo, allo scopo di avere un confronto tra le lungaggini dei processi penali italiani reali e quelli americani visualizzabili in tali film.

Ed infatti in Italia non e' mai stato ambientato e sceneggiato alcun film che che contenga le fasi processuali di un procediento penale, a parte la serie dei film "Il Capo dei Capi", che come vedremo porta a conclusioni opposte a quanto qui affermato dal sottoscritto.

Eppure la Magistratura italiana afferma decisamente che il sistema processuale italiano sia il migliore, il piu' garantista, rispetto a quello americano, in cui esisterebbero delle ragioni inconfutabili, secondo le quali il processo americano risulterebbe condizionato dall'influenza del potere esecutivo, e dalla politica locale, mentre in Italia tali influenze sarebbero inesistenti a causa della presenza di un organo di autogoverno, il Consiglio Superiore della Magistratura, di rilevanza costituzionale, quale baluardo a difesa del potere giurisdizionale, rappresentato dall'insieme dei magistrati.

Io non sarei proprio d'accordo perche', se per principio la Giustizia dovrebbe essere concepita per la tutela dei diritti di coloro che sono piu' deboli, le lungaggini spropositate della giustizia italiana posson portare ad un risultato abnorme ed in contrasto con tali principi.

Al contrario, negli USA, per quanto vi possa essere un potere politico locale, ed un potere esecutivo in grado di condizionare l'operato dei magistrati, eletti di norma dal popolo locale, l'assoluta parita' tra difensore e prosecutor, sotto la guida di un giudice imparziale, unita ad una evidente rapidita' ed efficienza del sistema processuale penale, ritengo che siano espressione una garanzia di gran lunga superiore, a quella italiana, di giustizia.

Certo e' che comunque nessun sistema e' perfetto, ma la differenza la fanno rapidita' ed efficienza.

Non voglio comunque scendere in ulteriori dettagli rispetto alle questioni relative alla politicizzazione della Magistratura italiana, che ho trattato in altri articoli del blog, ma rimane il punto focale, forse collegato al tema del potere autoreferenziale, e che ha a che fare con le lungaggini dei procedimenti penali italiani.

Dal che emrge prepotentemente un'ipotesi che non pare peregrina, e cioe' che in Italia non si debbano sceneggiare film ambientati in Italia, e che possano avere per oggetto fasi processuali, e che, di conseguenza facciano apparire de plano al pubblico televisivo italiano come siano evidenti le lungaggini processuali dei procedimenti penali italiani, potendosi in tal modo creare una notevole frattura tra consenso popolare e Magistratura, e cioe' tra politica e Magistratura.

Ne consegue che la Magistratura sembra che non voglia assolutamente che la gente sia cosciente di tali lungaggini perche' desidera continuare a goidere dei suoi privilegi in termini di orari di lavoro, ovvero di impegno lavorativo.

Accade allora che il popolo bue, lobotomizzato da un celato accordo tra magistratura e produttori di film italiani, o direzioni televisive nazionali pubbliche e private, sia indotto a percepire il modello del processo penale americano, come uno standard che sia comune ai paesi occidentali, per evitare che il popolo medesimo possa scorgere qualsiasi differenza tra i due sistemi processuali che possa mettere in dubbio la credibilita' della Magistratura italiana.

Ma ormai la frattura tra consenso popolare e Magistratura e' in fase di aggravamento proprio a causa degli scandali venuti alla luce ultimamente, grazie ai dissidi interni all'Associazione Nazionale Magistrati ed al Consiglio Superiore della Magistratura, onde sarebbe anche ora che i produttori di film italiani si rendano indipendenti dall'inflenza della Magistratura stessa.

I produttori di film avrebbero da guadagnare alla grande, con l'individuazione di un nuovo filone che renderebbe entusiasta il pubblico televisivo italiano.

Il probabile effetto indiretto di tale scelta potrebbe condurre alla promulgazione di leggi aventi ad oggetto tempestivita', efficienza e rapdita' dei procedimenti penali italiani, contro gli stessi interessi della Magistratura italiana, la quale inizialmente sarebbe tentata di opporsi ad un tale aggiornamnento del sistema, per poi capire che, soprattutto per questioni economiche di bilancio dello Stato, non si potrebbe fare altrimenti.

In conclusione vorrei ricordare che il Grande Fratello ha dato la possibilita', con la serie televisiva Il Capo dei Capi, di sceneggiare anche il processo a piu' di 400 mafiosi, presso l'aula bunker dell'Ucciardone di Palermo, avvenuto nella realta' tra il 1986 e il 1989, solo perche' il pubblico televisivo avrebbe rilevato come le ragioni della lunghezza di un tale processo fossero dovute al numero degli imputati di mafia, proprio allo scopo di dare in pasto l'idea della rapidita' dei processi italiani.

In realta' tale processo, nonostante l'elevato numero degli imputati, si e' svolto in tempi piuttosto rapidi per altri motivi, dovuti innanzitutto al clamore internazionale suscitato da tale processo, dalla presenza di televisioni provenienti un po' da tutto il mondo ed infine dal modo con cui sono stati utilizzate le dichiarazioni dei pentiti, che hanno fatto da spartiacque tra il modo di procedere precedente e quello che essi hanno autorizzato a fare.

Ed in ogni caso, le cose da allora, non e' che siano cambiate, sono rimaste le stesse, fino a quando  il Ministro Carlo Nordio non mettera' mano ad un ampia riforma, che possa trasformare il CSM, con l'elezione paritaria del numero dei membri laici eletti dal Parlamento, in una specie di contraltare da opporre al potere dell'ANM.