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Brescia,

Carta dei valori e dei principi dell'Associazione Giustizia Futura


“La civiltà di un popolo si misura dalla sua capacità di servire la vita e di affermare nella società la dignità e centralità dell’uomo, di ogni uomo o gruppo di uomini, fino a comprendere l’umanità intera.”

L'Associazione Giustizia Futura è un’associazione che si ispira al concetto classico e cristiano della società civile, cui tutti i cittadini sono chiamati a partecipare secondo le loro specifiche capacità e personali orientamenti.

L'Associazione Giustizia Futura s’ispira al concetto base, per il quale l’appartenenenza ad una società civile comporta necessariamente che tutti accettino le regole fondamentali della convivenza, accolgano gli stessi principi e riconoscano gli stessi valori ispiratori.

L'Associazione Giustizia Futura riafferma che l’Italia ha una ben precisa e storica identità: la cultura che ha origine da quella greco-romana e giudaico-cristiana e che è ispiratrice dell’Occidente e in particolare dell’Europa, dove i Cattolici saranno chiamati sempre più ad una maggiore, autentica e coraggiosa testimonianza.

Peraltro, nello sforzo di concepire un sistema giudiziario che sia sempre meno farruginoso e complicato, oltrecche' fonte di notevoli sperequazioni, e' emerso che esistono al mondo altri sistemi giudiziari, utilizzati da quasi tre miliardi di persone, e che si basano sulla tradizione giuridica anglosassone, e che fanno apparire la nostra tradizione giuridica romanistica continentale come un po' antiquata e non all'altezza di stare al passo con i repentini cambiamenti, a cui si e' assistito negli ultimi anni.

L'Associazione Giustizia Futura intende affermare e difendere i valori cattolici e promuovere nella società i principi di libertà, di giustizia sociale, di tutela giuridica e di giustizia nell'applicazione della legge da parte dei giudici.

L'Associazione Giustizia Futura intende affermare i principi di solidarietà, di difesa della vita e di tutela dell'individuo nella piu' totale legalita', dal concepimento alla morte naturale.

Tali principi trovano fondamento nella legge dello Stato, la quale deve difendere, in ossequio a tali valori, il diritto a non essere perseguitato, il diritto ad essere giudicato colpevole solo con sentenza passata in giudicato, ed il diritto ad essere ritenuto innocente fino a tale sentenza, senza essere pregiudicato da alcun danno, oppure in caso contrario ad essere assistito dal piu' completo risarcimento dei danni patiti.

All'interno del diritto a non essere perseguitato dovrebbero essere ricompresi anche il diritto alla riservatezza ed alla privacy, a non essere sbattuto in prima pagina per fare notizia, alla stregua di un delinquente, il diritto a conoscere di essere ufficialmente indagato da una Procura della Repubblica, esclusivamente tramite un'informazione di garanzia, e non dai giornali quotidiani.

Tutto cio' dovrebbe essere regolato ex lege, onde tutti i soprusi compiuti in violazione di tali norme dovrebbero essere sanzionati penalmente e risarciti economicamente per i danni che ne possono derivare.

Se poi un procedimento penale dovesse prolungarsi per anni, giungendosi all'assoluzione dell'indagato, ma provocandogli ulteriori danni, quando invece il procedimento avrebbe potuto e dovuto essere terminato in qualche settimana, non solo dovrebbe essere dovuto il risarcimento dei danni causati dalla durata del procedimento stesso, ma anche tutti quei danni che si ricollegano al venir meno dell'immagine, del lavoro, delle entrate economiche, ed anche relativi ad eventuali riflessi psicologici, dell'indagato stesso.

Quindi nella legge dello Stato trovano altresi' fondamento valori costituzionali che devono, ahime', trovare il giusto peso, rispetto ad altri beni, poiche' i primi, sebbene costituzionalmente maggiormente rilevanti, sembrano ancora non degni della necessaria protezione.

Qui si parla del diritto a non essere condannati anzi tempo sui giornali quotidiani di tiratura anche locale, oltrecche' nazionale.

Pare quindi che stia diventando comun costume anche quello di inviare un'informazione di garanzia, attraverso la stampa.

Sembra altresi' che liberta' di stampa abbia acquisito una tale importanza da soverchiare letteralmente il diritto alla propria riservatezza, specialmente nel caso in cui potrebbe accadere che un procedimento penale si concluda con assoluzione.

Con la conseguenza che molto tempo prima che si pervenga all'assoluzione stessa, il malcapitato debba sopportare di essere messo alla berlina, per colpe mai avute, generandosi una vox populi errata, che spesso si propaga negli anni, ben oltre il termine del procedimento penale, pur concluso positivamente.

In tal caso l'assolto viene sottoposto ad un vero e proprio supplizio psicologico, consistente in un ostracismo, proveniente da persone ignoranti, non solo in termini di umanita', ma anche perche' casualmente non aventi conoscenza del positivo esito del precedente processo.

Ma c'e' un altro profilo psicologico ben determinato, quello del tipico individuo incurante e ignorante di come funziona la giustizia, e su come possa impattare sulla realta' altrui, il quale, pur avendo avuto cognizione dell'assoluzione del malcapitato, nondimeno non si sottrae dal dover astenersi dal giudicare, perche' convinto che, dato che per lui la giustizia non funziona, i malandrini piu' furbi la fanno sempre franca.

Ed anche questo pensiero dovrebbe essere eliminato grazie ad un'ampia riforma del sistema ed un'educazione civica diffusa attraverso i media, le iniziative politiche locali, gli assistenti sociali, e così via.

E non e' un caso che tale sistema venga utilizzato proprio dai pubblici ministeri, i quali, in tal modo, vengono ad usufruire di una forza ulteriore, che potenzialmente dovrebbe condurre l'imputato a confessare, per non subire ulteriori pregiudizievoli conseguenze.

E' certo che un tale espediente, piu' che con la realta' dei fatti, ha a che fare con la psicologia, ed una persona che sia fragile psicologicamente, potrebbe venirne fuori malconcia, anche se penalmente irreprensibile.

Non v'e' chi non veda come un tal sistema dia al pubblico ministero un vantaggio innegabile, che pero' spesso non ha nulla a che fare con la vera colpevolezza di un individuo, perche' il pubblico ministero, per far numero, non ha bisogno di niente di piu' che di un nuovo imputato da condannare e da appendere ai suoi trofei. 

Un tale principio negativo non fa altro che riprendere la prassi che veniva utilizzata durante il periodo buio dell'Inquisizione, nel quale chi era sospettato di essere un eretico, anche se non lo fosse mai stato, veniva torturato, anche con la conseguenza della morte, pur di ottenere una sua confessione di colpevolezza.

Ma bisogna ben distinguere due situazioni che possono emergere nel settore penale.

E cioe' che se un condannato al carcere, dopo alcuni anni, venga riconosciuto innocente, a costui lo Stato versa un'indennita' per ristorarlo dei danni subiti ingiustamente per il periodo della sua vita passato tra le mura di una prigione, per l'illegittima privazione della liberta'.

Diversamente accade se invece si giunga ad un'assoluzione, dopo un lungo procedimento penale, anche se possono prodursi delle gravi lacerazioni familiari, o anche delle notevoli perdite economiche, specialmente nel caso di lavoratori autonomi o titolari di aziende.

Ma anche nel caso in cui si tratti di un dipendente che sia indagato, pur non avendo commesso alcun reato, e prima ancora che si giunga ad un'assoluzione, il dipendente stesso, a causa del procedimento penale, puo' benissimo essere considerato una persona poco affidabile, e puo' magari anche essere sostituito da un altro lavoratore, con la conseguenza che, nel caso di assoluzione, ormai il posto di lavoro e' perso irrimediabilmente.

Quindi in tutti questi casi, in cui non si verta in tema di reati che consentano la carcerazione preventiva, o che richiedano gli arresti domiciliari, se non addirittura la condanna al carcere, ma si addivenga ad una sentenza di assoluzione, non esiste il diritto ad un risarcimento dei danni, anche se gravi, anche se abbiano coinvolto non solo pregiudizi economici, ma anche danni alla propria salute, e che possano portare persino alla morte.

Ovvero la possibilita' di ottenere un risarcimento e' ricollegabile solo alla dimostrazione che il giudice delle indagini preliminari, unitamente al pubblico ministero, oppure con responsabilita' esclusivamente in capo al pubblico ministero, abbiano agito con dolo o colpa grave.

Vi assicuro che tutto questo rappresenta da un lato una prova molto difficile, direi una probatio diabolica, ed invece dall'altro bisogna provare a mettersi nei panni del pubblico ministero che abbia voglia di inquisire un altro pubblico ministero, per dei fatti che non risultano proprio ben chiari e definibili.

E qui dovrebbe capirsi che un conto e' inquisire un pubblico ministero per fatti di reato che coinvolgano delitti contro il patrimonio, come ad esempio il furto o l'appropriazione indebita, o contro la pubblica amministrazione, come la corruzione, etc., un conto e' inquisire un pubblico ministero, da parte di un altro pubblico ministero, perche' ha sbagliato nel valutare i reati di un imputato qualsiasi.

Sono due situazioni che potrebbero essere messe sullo stesso piano solo se la disattenzione di un pubblico ministero nell'accusare qualcuno possa raggiungere un livello notevole di evidenza.

E' certo pero' che vi sono delle zone d'ombra intermedie, in cui le circostanze sono talmente intricate, da dare l'impressione, da un lato, che l'imputato sia davvero colpevole, e dall'altro, e reciprocamente opposto, che sia stato proprio il pubblico ministero a compiere un errore clamoroso.

Sono queste le situazioni in cui emergono dei forti dubbi a carico del pubblico ministero, ma che difficilmente possono portare alla sua sottoposizione ad un processo penale.

All'interno di tali situazioni, ve n'e' una che raccontero' in altre pagine nei dettagli, perche' e' semplicemente da manuale, ed evidenzia un certa impossibilita' per il sistema di assicurare un eccellente grado di diritto alla difesa e di certezza del diritto, ed una notevole farruginosita'di tutto il sistema penale.

Cio' e' stata la molla che mi ha suggerito di procedere nella creazione di questa Associazione Giustizia Futura.

Ma, a parte questo, l'Associazione Giustizia Futura si propone non solo di aiutare economicamente, nel limite del possibile, ma anche di offrire un supporto psicologico gratuito proprio nei confronti di chi abbia subito delle privazioni economiche, o in termini di immagine, o anche di perdita del/della consorte, per l'eventuale separazione, proprio a causa dei problemi economici patiti.

In tale ottica ritengo che non esista nient' altro al mondo che possa dare piu' felicita' dell'aiutare il prossimo.

Percio' dovrebbe essere impegno di tutti cercare di accogliere la vita umana come un dono da rispettare, tutelare e promuovere, ancor più quando essa sia fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, gia’ prima della nascita, durante il suo trascorrere, nonche’ nella fase terminale, e specialmente quando si sia perso tutto a causa di un procedimento penale che non avrebbe dovuto mai essere instaurato, e che si e' concluso con l'assoluzione, ma dopo anni ed anni di sofferenze e travagli.

L'Associazione Giustizia Futura intende favorire l’applicazione della Dottrina Sociale della Chiesa, che ha alcuni principi cardine: la dignità della persona umana, la società come comunità di persone, il genere umano come una famiglia. 

La Dottrina Sociale costituisce una proposta forte in ordine alla ricerca del bene comune, alla costruzione della pace, nonche' all'ottenimento di risposte in termini di giustizia, che siano realmente soddisfacenti. 

L'Associazione Giustizia Futura ritiene che la speranza cristiana sia la base e la forza di una qualunque società che guardi al futuro e pertanto intende promuovere i valori di responsabilità, di meritocrazia, di efficienza, di efficacia e di solidarietà, in particolare per gli emarginati e i meno fortunati, se danneggiati da un inutile processo penale, dal quale siano risultati pur assolti, con iniziative di sostegno in loro favore.

L'Associazione Giustizia Futura, oltre ad avere iniziative di solidarieta' economica e socio-psicologica, si propone pertanto come luogo di incontro e dibattito tra tutte le componenti politiche, associative e culturali che, nel riconoscersi nei principi e valori enunciati, intendano collaborare con quanti abbiano lo scopo di costruire un nuovo progetto di giustizia che sia veramente tale.

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